Festa doveva essere e festa è stata, ma che sofferenza. L’Amsicora piega la resistenza dell’Hitrac Tevere EUR all’ultimo secondo utile e fa esplodere uno stadio che così pieno non si vedeva da tempo.
La società di Ponte Vittorio chiama a raccolta i tifosi nel Green Day per celebrare lo scudetto numero 21 e i tifosi rispondono presente, riempiendo gli spalti creando una cornice indimenticabile.
La giovane età della maggior parte dei giocatori Amsicorini e l’emozione per una partita importantissima che quasi nessuno era abituato a giocare gioca un brutto scherzo ai sardi, che nel primo tempo non riescono quasi mai a impensierire seriamente Pompili, giocando molto contratti. Così la prima frazione termina 0-0.
L’inizio della ripresa è shoccante per giocatori e tifosi: passano cinquanta secondi e la Tevere passa in vantaggio grazie a una sfortunata autorete. I padroni di casa sono frastornati, le gambe non girano come hanno fatto per tutta la stagione e la Tevere, che gioca libera da pressioni, trova il 2-0 su corto.
Quando il sogno sembra infrangersi ci pensa un pubblico mai domo a spingere la squadra verso l’impresa e, a dimostrazione di quanto imprevedibile possa essere l’hockey, in un minuto prima Agabio poi un rovescio chirurgico di capitan Mureddu portano il risultato sul 2-2. Manca poco alla fine, ma le partite contro la Tevere regalano emozioni fino all’ultimo istante. Così da un corto per l’Amsicora stoppato male, nasce il contropiede che porta i capitolini a segnare la rete del 2-3 a una manciata di secondi dalla fine.
L’orgoglio e il carattere dei ragazzi di Roberto Carta sono da grandissima squadra. Quando chiunque si sarebbe arreso, l’Amsicora trova energie per riaprire tutto con il gol del 3-3 firmato Kotrc, difensore capace di segnare tre gol nelle ultime cinque partite. Il pari non basta, così negli ultimi secondi Asuni guadagna il corto della speranza. Murgia si carica sulle spalle la squadra e lascia partire una frustata che gonfia la rete e fa esplodere l’impianto di Ponte Vittorio, regalando lo Scudetto numero 21 all’Amsicora e regalandosi il titolo di capocannoniere con venti gol stagionali.
Dopo nove anni di attesa lo scudetto torna dove è stato più volte in Italia: all’Amsicora. Scudetto strameritato dai sardi, che chiudono il campionato con la miglior difesa e il miglior attacco del torneo. Uno scudetto le cui fondamenta vengono gettate il 16 maggio 2009, quando a Roma i ragazzi di Roberto Pucci battono, per un curioso scherzo del destino, proprio la Tevere a Roma vincendo lo scudetto under21. Matteo Agabio, Luca Angius, Lorenzo Asuni, Carlo Buccoli, Giaime Carta, Nicola Carta, Federico Lai, Luca Lixi, Davide Lugas, Bruno Mura e Gabriele Murgia erano in campo allora e sono in campo oggi, a dimostrazione di una continuità del progetto improntato sui giovani da far crescere, a cui viene data la possibilità di sbagliare e rifarsi, circondati da giocatori di livello assoluto che li hanno guidati durante l’anno, come Fabio Mureddu, Mario Cannas, Enrico Zilio, Marcello Manca, Francesco Congiu e Fabio Palla, tutti giocatori che c’erano l’anno dell’ultimo scudetto datato 2004. Ci sono inoltre una serie di ragazzi che si allenano con la prima squadra e che rappresentano il futuro di questa squadra. Ragazzi capitanati da Mattia Magno, 17 anni appena compiuti e una presenza quest’anno nella trionfale sfida contro il Bra, quella del sorpasso definitivo. A completare la squadra ci sono i due stranieri che hanno vinto tutto in giro per l’Europa e che hanno aiutato questa squadra ad arrivare dove è. Richard Kotrç, difensore ceco che ha vinto con tutte le maglie in Italia e con quella della sua Nazionale e che sembra aver trovato l’elisir di lunga vita. Alexander Perdoni, tedesco che è arrivato da terzino ma che si è adattato perfettamente al ruolo di centrocampista, fino a poco tempo fa recordman di presenze di Euro Hockey League, vinta tre volte in cinque anni, l’ultima delle quali nel 2012, autore di 10 gol quest’anno.
È lo scudetto di tutti loro. Amici prima di compagni, capaci di organizzare la preparazione atletica autofinanziandola, dando così una mano alla Società del Presidente Dedoni, comunque sempre presente per aiutare la squadra durante tutta la stagione.
È lo scudetto di Roberto Carta, allenatore dall’esperienza infinita, che ha preso la squadra a inizio anno decidendo di sdoppiarsi e seguire così sia la maschile sia la femminile. Tutti i giocatori l’hanno seguito dal primo giorno, affidandosi a lui, il quale arrivò quasi in punta di piedi, conscio di avere a che fare con un gruppo già compatto. Roberto Carta è arrivato con le idee chiare, presentandosi in uno dei primissimi allenamenti dicendo: “io sono qui perché voglio vincere”. Riuscendosi alla grande. Ha ereditato la squadra da Petr Bodnar, l’allenatore-giocatore che è arrivato nell’anno dell’inferno in A2, stravincendo quel campionato e portando l’Amsicora al terzo posto la stagione successiva contro ogni più rosea previsione.
È lo scudetto dei tifosi, che non verranno mai ringraziati abbastanza per quello che hanno fatto vivere ai giocatori, per lo splendido pomeriggio di festa che hanno regalato a Cagliari. Per i colori, i fumi e le bandiere con cui hanno accompagnato questo tricolore numero 21 che, dopo nove anni di estenuante attesa, torna nella sala coppe dell’impianto di Ponte Vittorio. Quella che, per consuetudine, è casa sua. Scusate il ritardo.
Carlo Buccoli1 13.05.2013
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