Una settimana di preparazione alla partita, di studio dei pregi e difetti degli avversari, di scelte dei migliori interpreti per cercare di far male all’avversario. Una settimana di tattiche provate e riprovate che saltano dopo pochi secondi di partita: palla dentro di Lacort per Mura, il cui spizzo regala l’immediato vantaggio ai sardi.
L’inizio shock della Tevere nello scontro al vertice contro l’Amsicora è solo il penultimo episodio di un sabato completamente da dimenticare per la compagine capitolina. La chiusura dell’aeroporto di Ciampino ha fatto slittare l’orario d’arrivo a Cagliari, con tutti i problemi logistici che ciò comporta. La conferma di un week end completamente da cancellare arriva al minuto 12 del primo tempo con l’infortunio di Walid, l’uomo più in forma della Tevere e sulla cui spinta i compagni contavano molto per provare a strappare punti a Ponte Vittorio. Prima della fine di tempo l’Amsicora trova il gol della sicurezza grazie al redivivo Angius, che sfrutta alla perfezione un assist splendido di Mureddu e batte il portiere ospite con un gol che è un sunto perfetto di tecnica, coordinazione e intelligenza tattica.
In realtà il gol di Angius non mette granché al sicuro la partita; la Tevere può vantare il miglior attacco del campionato e due gol non è un margine realmente rassicurante. La conferma di ciò arriva nei primi minuti della ripresa, nei quali Da Gai e compagni si riversano nella metà campo sarda alla ricerca del gol in grado di riaprire la partita. Ci pensa Manca, spettatore o poco più per tutto il primo tempo, a spegnere ogni velleità dei romani con un paio di interventi in uscita. Per mettere davvero in sicurezza il match c’è bisogno di Gabriele Murgia, che capitalizza al meglio i tre corti coinquistati dall’Amsicora nel secondo tempo: un rigore (conquistato da Mura sugli sviluppi del primo) e due conclusioni potenti e precise chiudono definitivamente il match. In mezzo alla tripletta del centrale difensivo sardo, il primo gol della Tevere con Corsi su corto. Sul 5-1 sale in cattedra Andrea Giustini, classe 1999, che prima serve ad Angius una palla solo da spingere dentro che vale il 6-1, poi si mette in proprio e dopo aver seminato il panico nella difesa ospite vede la sua conclusione ribattuta dal portiere della Tevere, che gli nega il primo gol coi grandi. Sul finire di partita i romani rendono meno severo il parziale con Da Gai, bravo a battere Manca ancora su corto.
Il risultato finale punisce oltremisura una Tevere tutt’altro che fortunata, ma onora il merito dei ragazzi di Roberto Carta, autori di una prova autoritaria e alla costante ricerca della costruzione del gioco. Una vittoria che consente loro di fare l’ein plein e andare a +4 sulla prima inseguitrice. La cosa migliore è che pronosticarlo alla vigilia non sarebbe stato neanche impossibile, visti gli enormi margini di miglioramento visti soprattutto durante il Champions Trophy.
10/11/2014 – Carlo Buccoli
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